La Panarda si può definire come un pranzo pantagruelico, anche oltre le 50 portate, offerto tradizionalmente dal proprietario dei terreni ai suoi braccianti, fittavoli e agricoltori.
In questo modo il proprietario terriero esprimeva riconoscenza nei loro confronti, quasi un debito morale per aver favorito con la loro quotidiana fatica un abbondante raccolto.
Nasce così - soprattutto tra il ’500 e il ’600 - il rito della Panarda, di etimologia ancora incerta, forse scaturita dall'unione delle parole “pane" e "lardo”.
Descritto come una vera e propria orgia alimentare, solitamente questo banchetto coincideva con le festività di Sant’Antonio Abate, periodo nel quale nelle dimore agricole si ammazzava il maiale, simbolo di opulenza e prosperità, ma anche con altri momenti del ciclo dell'anno, per il raccolto del grano e la vendemmia, quando le famiglie più facoltose offrivano un banchetto al ceto più indigente e più povero, che in tal modo interrompeva la frugalità e la consueta miseria.
La Panarda costituisce un’importante pagina di storia delle tradizioni popolari della nostra Regione e rappresenta un modello culturale dai molteplici aspetti: devozionale, religioso, socio-economico e psicologico.
Per le genti d'Abruzzo la ritualità e la sacralità di onorare l'ospite a tavola hanno radici antichissime.
In merito alla riscoperta culturale di questa tradizione abruzzese, bisogna riconoscere il grande merito avuto dall’Accademia Italiana della Cucina e dall’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria nella rievocazione di quest’importante pagina di storia delle Tradizioni Abruzzesi.
Fra le Panarde “storiche” si ha notizia di un’importante Panarda della fine dell’Ottocento, da parte di un signorotto aquilano in onore di Scarfoglio, d’Annunzio, Serao, Michetti e altri illustri ospiti. Si racconta che il banchetto era composto di ventotto portate e ogni piatto era salutato con una salva di cannone.
Si racconta anche della presenza del “guardiano di Panarda”, armato di fucile, controllava che tutti mangiassero tutto con il minaccioso “magne o te spare!”. Naturalmente era tutto un divertente scherzo. Un’altra Panarda è stata riproposta a L'Aquila nel 1960 con 36 portate tutte di tradizione abruzzese.
Nel 1994, proprio il prestigioso Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria, organizzò una Panarda di 51 portate, in cui furono coinvolti 5 istruttori di Cucina, 4 istruttori di Sala e 22 allievi.
Nel gennaio del 2000, l’Istituto Alberghiero di Roccaraso (AQ) ha proposto una Panarda di ben 77 portate cui imposero il nome di “La prima grande Panarda del Giubileo”, è stata riconosciuta la caratteristica di pranzo più lungo e più buono del mondo.
Un'altra grande Panarda, sempre nel 2000, fu organizzata nello stand della Regione Abruzzo nel Salone del Gusto a Torino, in cui furono proposte ben 125 pietanze, furono furono coinvolti ben 14 ristoratori delle quattro province abruzzesi, coordinati dal grande Chef Antonio Stanziani (Associazione SESTIERE PORTA MANARESCA, Sulmona, a cura del Prof. Professor Franco Cercone, antropologo).